Contributi
Contributi
Sopravvivere alle profumazioni – Surviving fragrances

Inquinamento Chimico
Contributi proposti dagli autori del sito e dai collaboratori accreditati.
Aromi e Salute
Sopravvivere alle Profumazioni
Negli ultimi anni, si è focalizzata l’attenzione sull’inquinamento atmosferico come causa di gas serra e riscaldamento globale, come se questo inquinamento che induce cambiamenti climatici e riscaldamento globale fosse l’unico degno di interesse e il più dannoso per l’umanità. In realtà, potremmo dire che questa definizione di inquinamento cela un concetto più appropriato e insidioso: l’inquinamento chimico. Le sue vittime sono umane, ma anche non umane: un numero considerevole di specie viventi e vegetali si estinguono a una velocità mai vista prima.
Non tutti sono consapevoli che l’inquinamento ambientale è ovunque: aria, acqua, ambiente marino, suolo, biota. Risale anche lungo le catene alimentari e attualmente nessun luogo del pianeta ne è risparmiato, e nessuna forma di vita. Tra noi, le categorie più vulnerabili sono bambini, donne incinte, anziani, immigrati e coloro che vivono nella malattia. Ma non solo: l’esposizione all’inquinamento diventa superiore alla media se si appartiene a fasce di popolazione a basso reddito e si vive in quartieri marginalizzati, spesso vicini a siti industriali contaminati, carenti di aeree verdi e in prossimità di arterie stradali (1).
È necessario modificare il paradigma mentale e smettere di pensare che l’inquinamento è circoscritto agli incidenti industriali, ai siti contaminati, alle grandi aree urbane e alle professioni a rischio. Con l’avvento dell’era industriale, sono invece state prodotte in grandissime quantità sostanze di sintesi che non esistevano e che oggi sono ubiquitarie. Queste sostanze mettono a rischio equilibri bio-evolutivi e biologici complessi, perché sono state immesse nell’ambiente in pochi decenni di tempo e gli organismi viventi non hanno sviluppato capacità adeguate di adattamento e disintossicazione.
Se prendiamo come esempio l’inquinamento atmosferico, non solo comporta – secondo l’OMS – ben sette milioni di morti premature l’anno, ma anche un incremento esponenziale di malattie acute, croniche e degenerative, problemi cardiaci, ictus, asma, malattie e cancro ai polmoni, demenza, problemi di salute mentale, diabete, obesità, cataratta. Questo inquinamento può compromettere la salute dei feti e lo sviluppo cognitivo dei bambini, e sta modificando il DNA umano attraverso mutazioni epigenetiche (2).
Con questo termine – epigenetica – si descrivono quelle modifiche ereditabili che variano l’espressione genica pur non alterando la sequenza del DNA. I soggetti più a rischio sono quelli delle prime fasi della vita: l’embrione, il feto, i bambini e anche gli adolescenti, perché i gameti sono sensibili alle perturbazioni. Si prevede quindi che gli effetti maggiori si avranno nelle generazioni future, nei prossimi decenni. È rilevante la prevenzione primaria per la riduzione dell’esposizione materno-fetale, nei primi anni di vita dei bambini e negli adolescenti, ma contemporaneamente si deve operare sulla salubrità dell’ambiente. Siamo insomma dinanzi a una catastrofe ecologica e sarebbe ingannevole pensare che non comporterà anche una grande catastrofe sanitaria, di cui abbiamo già potuto vedere gli inizi con la Pandemia COVID-19. Il COVID, infatti, ha trovato terreno fertile proprio nelle aree più inquinate, dove la salute polmonare era già danneggiata.
Ma soffermiamoci ancora sui dati dell’inquinamento atmosferico, questa volta riferiti al nostro Paese. Secondo una pubblicazione scientifica, “Air Quality in Europe” – a cura dall’Agenzia Europea dell’Ambiente – l’Italia è uno dei Paesi europei più colpiti dall’inquinamento da polveri sottili. Molte città italiane continuano a sforare i limiti di inquinanti atmosferici come il PM10 e il biossido di azoto (N02). Nel 2020, si stima che oltre 60.000 morti premature siano state causate da livelli elevati di particolato atmosferico. Nelle aree densamente popolate, poi, le persone vulnerabili affrontano una doppia crisi: ambientale e sociale (1).
Esiste un termine inglese – la “sacrifice zone” – che indica una “zona di sacrificio” o “zona sacrificale”, e denomina tristemente un’area permanentemente modificata da pesanti alterazioni ambientali. Questo fenomeno è definito “ingiustizia ambientale” perché interessa aree popolate da minoranze povere, inquanto abbiamo visto che esiste un legame anche tra disuguaglianze socioeconomiche e inquinamento, dunque tra disuguaglianza e malattia. Va chiarito che i termini “ingiustizia ambientale” non hanno niente a che fare con la cosiddetta “tutela ambientale”, ma con la tutela delle persone.
I principali inquinanti dell’aria sono il particolato (particelle fini come PM 2,5), l’ozono troposferico, il biossido di azoto, l’anidride solforosa, l’ammoniaca, i composti organici volatili e il monossido di carbonio. Le fonti, sia naturali che umane (la maggior parte) sono in continua evoluzione. Ma non finisce qui. Il peso dell’inquinamento interno agli edifici si riversa nell’aria esterna contaminandola pesantemente, e gli inquinanti veicolati dall’aria possono viaggiare per centinaia e migliaia di chilometri (“inquinamento transfrontaliero”).
L’onere globale dei composti organici volatili (COV) è stato significativamente sottostimato e sotto rappresentato negli inventari attualmente usati per valutare le fonti di inquinamento dell’aria. Dal 2018 a oggi, le ricerche (3) hanno mostrato che, se l’inquinamento veicolare si è ridotto grazie a normative in materia, altre fonti costituiscono un’emergenza. Ne sono un esempio i composti organici non metanici (COVNM), esalati da una moltitudine di sostanze chimiche che si trovano nelle moquette, nella tappezzeria, nelle pitture, negli adesivi, nei prodotti di pulizia, nelle profumazioni e negli articoli per la cura personale.
Gli odori sono costituiti dai cosiddetti composti organici volatili (COV): sono, insomma, ciò che percepiamo come odore. Purtroppo, alcuni di essi sono dannosi per l’ambiente e addirittura cancerogeni (ad esempio, il benzene). L’anno 2018 è stato molto significativo per questi studi, perché in Europa i ricercatori hanno determinato il profilo olfattivo della città di Innsbruck (4). Hanno così scoperto che, mentre le esposizioni per l’inquinamento veicolare si stanno riducendo, la capitale del Tirolo odora sempre più di profumo. Attualmente, le esalazioni dei prodotti profumati rappresentano i nuovi gas di scarico. L’odore della città di Innsbruck corrisponde però alle tendenze di altri grandi centri urbani nel mondo, come ad esempio Los Angeles. Fino a questo momento si sono poi sottovalutati gli impatti inquinanti dei composti organici volatili provenienti dai prodotti di uso comune: prodotti per la cura personale e la pulizia della casa, articoli superprofumati per la detergenza del bucato, ecc. Hanno invece un ruolo nella produzione secondaria di ozono e particolato (“smog fotochimico”).
Le industrie chimiche inquinanti hanno la responsabilità di aver inventato un numero preoccupante di nuove molecole che vengono autorizzate, commercializzate e utilizzate senza che ne siano stati bene documentati gli effetti a breve, medio e lungo termine. Solo ora, davanti alla dilagante contaminazione ambientale di inquinanti emergenti, si grida “Al lupo! Al lupo!”, ma si continua a incrementare la produzione, perseguendo la logica del massimo profitto e degli interessi privati, a discapito dell’ambiente e della salute umana.
Anche l’inerzia dei Governi e delle autorità pubbliche ha la sua parte di responsabilità, quando si tratta delle debolezze nelle regolamentazioni per le sostanze chimiche. Tuttavia, abbiamo l’obbligo di essere coerenti e ammettere che siamo tutti responsabili. Siamo vittime di un inquinamento di cui siamo gli artefici attraverso le scelte consumistiche e stile di vita.
Attualmente, è di primaria importanza guardare a questa pletora di super-profumazioni che applichiamo sui corpi e negli ambienti interni. Lasciano una scia chimica, riempiono la casa di miscele di fragranze diverse e impregnano gli abiti e la biancheria da letto. Evocano un immaginario “odore di pulito”(5) che è in verità il risultato di una pericolosa chimica di sintesi. Qualcuno lo definisce un “piacevole inquinamento” che ci sta avvelenando lentamente, contaminando l’ambiente e danneggiando le generazioni future. Dovremmo svegliarci e ricominciare a pensare con chiarezza.
Nel 2005 Greenpeace (6) ha pubblicato uno studio sulla composizione di 36 rinomati profumi. Il titolo sconvolgente – “Il profumo dello scandalo” – lasciava emergere che la maggior parte degli articoli conteneva sostanze pericolose per la salute. Nel rapporto, Greenpeace dichiarava: “L’uso diffuso di sostanze pericolose, unito a controlli inadeguati da parte dei Governi e a gravi lacune nell’informazione, ci ha portato a una “crisi tossica” senza precedenti. Nel corso della nostra vita quotidiana, utilizziamo e rilasciamo nell’ambiente una vasta varietà di sostanze chimiche. Il risultato è che, dalle regioni più remote del globo alla nostra intimità domestica, nessun ambiente è esente dalla contaminazione di sostanze chimiche industriali”.
Spero vivamente che siamo tutti d’accordo su queste argomentazioni. Eppure, cosa si sta facendo? Cosa si fa per coloro che non sono ancora morti? Cosa si sta facendo per i malati e per coloro che si ammaleranno?
La missione di questo sito è la testimonianza che i profumi, le fragranze e gli aromi possono contribuire alla perdita della salute e all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e del biota, un inquinamento che non ha più confini netti tra interno (indoor) e esterno (outdoor), per cui servono normative puntuali. I Governi dovrebbero essere responsabili di fornire ai cittadini aria pulita, perché tutti condividiamo l’aria. Le istituzioni dovrebbero promuovere investimenti pubblici per potenziare la capacità di misurare e monitorare l’inquinamento dell’aria, considerando le nuove fonti emergenti diversificate, per esempio senza fare distinzioni tra COV metanici e COV non metanici. Questo garantirà ai decisori di essere realmente consapevoli delle sorgenti dell’inquinamento dell’aria (di conseguenza anche dell’acqua, del suolo e del biota) e di come si stanno diversificando in tempi reali, per poter intraprendere un rafforzamento di normative e legislazioni e ridurre i danni causati all’ambiente e alla salute. Infine, bisogna favorire e finanziare una ricerca onesta e indipendente.
Il sito “Aromi e Salute” è la voce per ricerche e notizie che non sono adeguatamente divulgate nella società attuale, una piccola biblioteca di informazioni internazionali.
Riferimenti
- Mannocci A, Ciarlo I, D'Egidio V, Del Cimmuto A, de Giusti M, Villari P, La Torre G. Socioeconomic Deprivation Status and Air Pollution by PM10 and NO2: An Assessment at Municipal Level of 11 Years in Italy. J Environ Public Health. 2019 Jan 3;2019:2058467. doi: 10.1155/2019/2058467. PMID: 30719049; PMCID: PMC6335678.
- Ernesto Burgio, (sono disponibili molteplici conferenze pubbliche), Epigenetica come reagisce il nostro genoma alle trasformazioni ambientali, Festival dello sviluppo sostenibile, ottobre 2021. https://www.youtube.com/watch?v=lZZlgAqgR9g
- McDonald BC, de Gouw JA, Gilman JB, Jathar SH, Akherati A, Cappa CD, Jimenez JL, Lee-Taylor J, Hayes PL, McKeen SA, Cui YY, Kim SW, Gentner DR, Isaacman-VanWertz G, Goldstein AH, Harley RA, Frost GJ, Roberts JM, Ryerson TB, Trainer M. Volatile chemical products emerging as largest petrochemical source of urban organic emissions. Science. 2018 Feb 16;359(6377):760-764. doi: 10.1126/science.aaq0524. PMID: 29449485.
- Karl T, Striednig M, Graus M, Wohlfahrt G. Urban flux measurements reveal a large pool of oxygenated volatile organic compound emissions. Edited by Guy Brasseur, Max Planck Institute of Meteorology, Hamburg, Germany, and accepted by Editorial Board Member A. R. Ravishankara December 12, 2017, January 22, 2018, 115 (6) 1186-1191. https://doi.org/10.1073/pnas.1714715115
- In casa tira una brutta aria. Un decalogo ISS per migliorare la qualità dell'aria domestica. E la nostra salute. Pubblicato 04/10/2024 – Modificato 07/10/2024. https://www.iss.it/-/in-casa-tira-una-brutta-aria-un-decalogo-iss-per-migliorare-la-qualita-dell-aria-domestica-e-la-nostra-salute?
- Podcast: Quando in casa c'è una brutta atmosfera – Cosa fare (o non fare) per migliorare la qualità dell'aria indoor. https://www.iss.it/it/-/quando-in-casa-c-e-una-brutta-atmosfera-cosa-fare-o-non-fare-per-migliorare-la-qualita-dell-aria-indoor.
- Poster dell'Istituto Superiore di Sanita: L'aria nella nostra casa. https://www.iss.it/documents/…POSTER+ARIA+NELLA+NOSTRA+CASA…pdf.
- Parfum de scandale, Une enquête sur la composition chimique de 36 Eaux De Toilette et Eaux de Parfum, Rapport/Parfums/Campagne toxique GREENPEACE 2005. http://nature.jardin.free.fr/greenpeace-parfum-de-scandale.pdf
- Il report italiano: Profumi – Indagine sulle sostanze chimiche contenute in 36 Eaux De Toilette e Eaux De Parfume, GREENPEACE 2005. https://www.progettogea.com/gea/ambiente/…Indagine_composti_chimici_profumi.pdf
Donatella Stocchi
Condividi questo articolo

Scritto da : AeS
Aromi e Salute
Condividi post
Articoli recenti
Ottobre 1, 2025
Ottobre 1, 2025
Ultime Pubblicazioni
Leggi le ultime pubblicazioni dal nostro sito.
Cosmetici, sapete che cosa usate? Quali sono gli ingredienti che compongono quel prodotto così seducente e, soprattutto, sono sicuri?
Esiste un diritto all’aria pulita? Porre questa domanda significa riconoscere che, nel corso della storia, istituzioni, sistemi economici, sanitari, politici e giuridici hanno dovuto affrontare tale tema. Ciò che desta maggiore preoccupazione è che oggi sia ancora necessario chiederselo.
La sensibilità ai profumi colpisce 1 studente su 10.